Un 25 aprile antirazzista e antifascista anche a Cosenza. La città solidale si trovata nella storica piazza della sinistra extra, convocata quest’anno dagli studenti medi e universitar* Giornata dedicata innanzitutto alla strage avvenuta nel canale di Sicilia. Nel volantino diffuso si legge delle responsabilità della classe politica, nella strage come delle condizioni materiali sempre sulla precarietà, dello smantellamento del welfare, come delle guerre in corso in Africa e Afganistan ecc. Gli stessi autori delle politiche che hanno reso il mediterraneo un cimitero, sono coloro che fomentano razzismo, divisioni e paure, guerra fra i poveri, carceri come CIE e CPT, per cui il 25 aprile non è spoglio della sua natura di classe, come mero momento celebrativo, ma è un momento per costruire e saldare nuove relazioni per pratiche e dinamiche sociali alternative, verso un Europa dei popoli liberi dal dominio statale e bancario. Molto apprezzato e applaudito da tutta la piazza, l’intervento del compagno del Gruppo Eco Sociale Malatesta Cosenza, che ha sottolineato come è evidente che non tutti 25 aprile siano uguali e che questo è ancor più differente. Il pensiero che hanno le istituzioni, totalitarie o democratura alla Renzi, (che cambia la costituzione, sempre stata carta igienica per i padroni in Italia) delle persone, sia funzionale a mantenere il dominio. Le persone messe nei lager dai nazisti erano schiavi per la produzione di armi e ciò serviva alla grandezza del III Reich come pure i migranti sono schiavi, senza diritti: escono dai CIE per andare a lavorare nelle nostre campagne, a Crotone come a Lamezia, questo è il nazifascismo oggi in Calabria! Queste sono istituzioni totalitarie! Tutto creato ad arte grazie a quei confini segnati con una matita sulla cartine geografiche, magari dopo una bella guerra sempre fatta massacrando proletari e contadini, persone inerme per difendere gli interessi dei padroni che speculano sulle guerre. Confini che non valgono per i prodotti energetici che vengono dall’Africa, per le materie prime, o merci che vanno e vengono dall’oriente. Confini che mantengo integre le ricchezze delle borghesie nazionali, e sempre più poveri i poveri, e gli sfruttati, oggi son sempre più precari. Lavoratori anche in europa, una volta cuore pulsante del dominio statale e capitalista. C’è bisogno di più unità dal basso, quella che è stata in grado di battere il nazifascismo, compagni che la pensavano in modo diverso, magari anche “non compagni” che si sono riconosciuti come dalla stessa parte della barricata, fratelli di altre culture, nella lotta contro la bestia nazifascista che oggi è tornata, per chi oggi imprigiona o nega i diritti ad un Senegalese, ad bambino Rom, oggi le nega a noi che lottiamo in difesa dei nostri territori e domani lo farà per ogni persona che non sia legata alla cricca degli amici degli amici.
Orè