PRESILA RESISTENTE
“ Se la verità è dubbia, la menzogna è certa. “
Lo sapevamo, l’abbiamo sempre sostenuto, dietro alle montagne di rifiuti si nascondono montagne di soldi. Interessi diversi che s’incrociano, che qualcuno crea, qualcun’altro copre, qualcun’altro si piglia le mazzate. Il controllo del territorio in Presila è saltato, non è più in mano delle popolazioni locali, delle genti che da sempre l’han vissuta. Ma appartiene a quel grumo nero – più volte denunciato anche dalla Commisione Parlamentare Pecorella – che, dopo aver avvelenato ogni dove in Calabria, è giunto nella Presila Cosentina.
Non è bastato vincere un referendum per il ritorno alla gestione pubblica dei servizi.
La privatizzazione impera in quanto sorretta da quella trasversalità di interessi che riesce ad accordare, storicamente, le maggioranze con le opposizioni in quel processo di spartizione non solo di denari, ma di territorio inteso come ambito di potere.
L’emergenza rifiuti che sta interessando in questi giorni la Calabria, ritorna ogni qual volta va ad esaurimento una discarica, o la stessa viene ad essere sequestrata per manifesta illegalità dei lavori di costruzione.
Non paghe di ciò, le consorterie d’affari, additano i comitati come i responsabili dell’emergenza, in quanto di fatto bloccano il conferimento in discarica, ma si guardano bene dal rivelare che vi sono provvedimenti atti a consentire che si possa sversare i rifiuti “tal quali” nelle discariche o abbancarli “temporaneamente” nei siti di trattamento privati.
Sembra di essere tornati ai blocchi di Chiaiano e Marano, dei quali i media davano le letture informate conformi ai dettami consortili, ossia le infiltrazioni malavitose nei comitati, la corresponsabilità dei blocchi all’interno dell’emergenza e altre letture tendenziose, con il condimento dell’esercito a sorvegliare il transito di veleni.
Copione già visto che è duro da mandar giù in replica, la repressione si ripete sempre uguale a sé stessa, denunce a tappeto, multe da migliaia di euro, e tra un po’ ripartirà il carosello dei processi. Si tenta quindi di polverizzare una battaglia per la salute, la dignità e la salvaguardia dei territori, pur di mantenere inalterato il sistema scellerato che non si limita a creare indebitamento, rimpinguando le casse di pochi imprenditori senza scrupoli, ma avvelena sistematicamente e irreparabilmente intere porzioni di territorio, minandone le attività agricole e residenziali, esponendo la popolazione al rischio di contrarre il cancro e malattie respiratorie.
Ancora una volta in deroga a qualsiasi legge nazionale o europea e galattica, si costruiscono nuove discariche, per ora si lavora e s’incassa poi si penserà alle condanne e ai tumori. Ma i processi sono lunghi, più delle malattie, e le prescrizioni giungono sempre ad inumazione avvenuta, della controparte ovviamente. La stato si auto assolverà con qualche risarcimento che il reo difficilmente sborserà, i morti troveranno pace, la retorica del potere è salva.
Solo la lotta di questi giorni è riuscita a mettere in crisi il grumo nero. La giornata di lunedì 10 marzo è stata intensa per i comitati che in Calabria si occupano di rifiuti, dopo i blocchi di Celico che hanno visto i cittadini della PreSila opporsi al passaggio dei camion, donne, ragazzi e uomini, hanno messo in gioco i loro corpi per fermare le sversamento del tal quale, per proteggere il territorio, la propria salute e il futuro dei propri figli.
Correndo su è giù fra le aspre colline della Presila, alle porte di quel Parco della Sila, costato milioni di euro, c’è chi immagina un futuro diverso, fatto di solidarietà e amore, amore per la propria terra.
Le lotte di questi giorni, la riproducibilità nei territori che stà avvenendo in tutta la Calabria, possono avere l’obbiettivo di costruire percorsi reali di cittadinanza attiva, costruzione autogestita di reddito, attraverso cooperative per la cogestione dei servizi, cooperazione e mutuo appoggio fra realtà contadine, di salvaguardia e valorizzazione del territorio, contro la sottomissione alla politica clientelare. Un impegno ecosociale, non asservito, ma vivo, ribelle, libero e propositivo.
Gruppo Eco Sociale Malatesta Cosenza – Fucina Anarchica
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