I comitati No Muos hanno deciso di fare un campeggio resistente tra il 6 e al 12 agosto. Il campeggio si è tenuto nel terreno acquistato attraverso una campagna nazionale grazie anche a Banca Etica e le tante donazioni a lei pervenute. Importante la partecipazione di delegazioni provenienti da varie situazioni e città. Attivist* di altri movimenti contro le grandi opere e la devastazione ambientale. Pensato come campeggio di lotta, un’iniziativa di confronto sui temi dell’antimilitarismo, delle lotte territoriali, su Palestina, servitù militari, lotte territoriali, autorganizzazione dalle campagne alle città e prospettive di movimento.
Occasione per i movimenti di costruire insieme un’ agenda programmatica di lotte e conflitti, di battaglie e percorsi di condivisione, per continuare a tessere le fila di un movimento euro-mediterraneo di trasformazione.
Abbiamo deciso di rinnovare anche quest’anno l’invito a tutte le realtà di lotta contro le devastazioni ambientali, la privatizzazione dei beni comuni, lo sfruttamento e la precarizzazione dei/lle lavoratori/rici, ai/lle militanti pacifisti e antimilitaristi di tutta l’Italia, e del mondo a supportare la nostra estate di lotta per la smilitarizzazione della Sughereta e della Sicilia.
Crediamo inoltre che l’appello acquisti ancora più forza in questo momento nel quale a Gaza, in Siria, in Ucraina e in Libia conflitti stanno martoriando i civili, mostrando chiaramente come intere popolazioni soffrano in maniera drammatica le politiche di guerra dell’occidente, col rischio di continuare a trascinare l’Italia in criminali e costose “Missioni Umanitarie” alimentando la spregiudicata e inaccettabile militarizzazione dei nostri territori, delle nostre vite e del Mediterraneo, diventato oramai un gigantesco cimitero di migranti a causa delle politiche razziste della fortezza Europa. Non bisogna arrendersi a chi con arroganza e violenza impone scelte di cui noi pagheremo il prezzo, ammalandoci e diventando nello stesso tempo obiettivo militare e complici di tutte le guerre che gli USA faranno in futuro utilizzando il MUOS.
Nel campeggio funziona una cucina autogestita, con prodotti locali e Cena sociale (a cura de Lotto con l’Orto) e dei comitati siculi.
La sera fra intrattenimenti e racconti intorno al fuoco, fra un assemblea e l’altra, decine di persone, hanno usufruito dei servizi autogestiti e degli spettacoli teatrali o musicali.
In un clima di convialità e solidarietà, in cui i diversi dialetti italici si sono incrociati e, con e nelle varie tendenze politiche e sociali confrontate, s’interrogano sulle prospettive nel concreto di una lotta che riguarda tutti noi, il nostro futuro, la vita dei tempi a venire.
Nonostante nel pomeriggio di sabato 2 agosto, alla luce del sole, il Presidio permanente NO MUOS di Niscemi sia stato devastato; ogni oggetto e suppellettile presente dentro la baracca distrutto o reso inservibile. Il vile gesto vandalico un chiaro messaggio intimidatorio verso il movimento NO MUOS che si accingeva a dare vita al campeggio resistente e alla manifestazione del 9 agosto, si aggiunge agli altri fin troppo chiari segnali arrivati in queste settimane: dai fogli di via a 29 attivisti, cui è stato proibito di entrare nel territorio di Niscemi, al rifiuto apposto al percorso della manifestazione del 9 dentro la Sughereta, al continuo stillicidio di denunce e convocazioni per attivisti rei di aver preso parte a manifestazioni e iniziative diversi mesi fa.
Per questo, azioni repressive “legali” e “illegali” vedono protagonisti magistratura, forze di polizia e manovalanza malavitosa, unite dal comune obiettivo di spianare la strada all’invasore americano, e di mettere a tacere con ogni mezzo l’opposizione che da anni resiste in contrada Ulmo ed in paese ad uno dei più potenti progetti bellici che abbia mai interessato il territorio italiano.
Ma il movimento NO MUOS non si è lasciato intimidire ha reagito facendo il proprio dovere di rispondere adeguatamente, di continuare la battaglia, di organizzare al meglio il campeggio di lotta. Ogni atto repressivo, ogni provocazione, ogni intimidazione ci dà conferma di essere nel giusto e rafforza la convinzione di portare sino in fondo questa lotta, fino allo smantellamento del MUOS e della base NRTF, per una Sicilia senza basi di morte, per un mondo senza guerra.
Oggi più che mai bisogna fermare la guerra e il significato concreto della nostra presenza a Niscemi, ogni occasione sarà buona per autorganizzare una crescente Resistenza popolare per dare il nostro contributo a fermarla nei nostri territori. Ci troviamo al centro di una commedia planetaria nella quale siamo insieme vittime e carnefici – o almeno corresponsabili – di inaudite sofferenze. E qualsiasi ipotesi di cambiare la realtà si scontra con la difficoltà stessa di percepirla. Ci concentriamo sulla fatica di strappare il velo di indifferenza che sembra rendere vano ogni sforzo. Ci tuffiamo nella mischia quasi certi che ogni nostra azione sarà stata come al solito ininfluente rispetto alle grandi decisioni dei potenti. Se riusciamo a provocare uno slittamento dell’orizzonte anche soltanto di qualche millimetro, a risvegliare qualche coscienza ad ampliare la consapevolezza, forse, forse qualcosa l’abbiamo vinta.
Al ritorno incontriamo migranti al lavoro nelle campagne sicule, arse ma vive, uno di loro in bicicletta con un enorme vecchia televisione in bilico sul portapacchi.
Scritto a più mani fra chi c’era e chi è rimasto.