La città di Kobanê nel Kurdistan orientale ricadente in Siria è, in questi giorni, assediata dalle forze dello Stato Islamico (IS). Lasciata sola dagli statalismi, è però difesa da tanti volontari e volontarie accorse in questi giorni per permettere a numerosi civili di sfuggire alle forze nemiche dell’IS. La Turchia, intanto, ha chiuso letteralmente le porte ai profughi e profughe, minacciate dal mattatoio della guerriglia urbana. Si combatte, infatti, casa per casa.
Riteniamo occorra aprire, immediatamente, un corridoio al confine turco che consenta aiuti umanitari e rifornimenti alle forze popolari di autodifesa curde (YPG/YPJ) che stanno difendendo la città di Kobanê, esempio di autogoverno e convivenza pacifica fra popoli, religioni, culture diverse, contro il totalitarismo dell’IS.
La regione del Rojava, dove si trova Kobanê, dal 2011 è stata controllata da forze curde che si sono scontrate contro il regime siriano e contro i gruppi islamisti opposti a quelli di Damasco – e come tali hanno ricevuto sostegni economici dalla Turchia e dagli USA, dall’Arabia e dal Qatar.
Dal 2011 in poi, nella regione di Rojava le comunità si sono autorganizzate secondo la forma di un Confederalismo Democratico non statale. Oggi queste forme di sperimentazione e di emancipazione in Medio Oriente fanno paura a molti: ecco il perché di questa sanguinosa guerriglia.
A chi fa paura una simile sperimentazione? Allo statalismo? All’oscurantismo religioso? Alla NATO? Al capitale?
Ormai da tempo il popolo curdo ha mostrato la propria capacità di resistenza e di elaborazione critica. Nel Rojava, il centro di tre cantoni che includono Afrin e Cizre, si sta sperimentando un imprinting che rifiuta lo stato nazione su base etnica con pieno riconoscimento delle varie minoranze, basato sulle comunità locali, che si confederano fra di loro in modalità egualitarie. Le guerrigliere dell’YPJ, armate di kalashnikov e coraggio, rappresentano volti e corpi di un nuovo vento che narra di autogoverno, di ecologia e di libertà. Ricordiamo le ultime posizioni espresse da “Apo” Öcalan, leader del PKK, che dalle prigioni turche dove si trova indegnamente recluso, sostiene che il solo modo, per l’Oriente, di sfuggire sia al dominio del capitalismo americano, sia all’oscurantismo religioso e nazionalista, consiste nella gestione diffusa e strettamente locale, aprendo all’ecologia sociale di Murray Bookchin col quale ha intrattenuto un intenso carteggio.
Siamo solidali con la popolazione di Rojava, con i guerriglieri e le guerrigliere delle YPG/YPJ e contro l’oscurantismo a essa nemico.
Proprio per questo, in ogni dove, c’è chi sta riconoscendo come propria la resistenza degli uomini e delle donne di Rojava!
Spezziamo l’isolamento!
Sosteniamo la resistenza del Rojava!
Kobanê LIBERA!
Fucina Anarchica Cosenza.
FIP Cosenza 15/10/2014