CROTONE, MO BASTA!! DELLE NOSTRE VITE DECIDIAMO NOI

C’è solo il vento a Crotone, e non la temuta pioggia, che tanti ha scoraggiato. Riuscita la manif organizzata dalla Rete difesa del territorio “Franco Nistico”, rete di comitati territoriali e associazioni ambientaliste, per chiedere l’avvio di una nuova gestione del ciclo dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati in Calabria come in Italia, anche per creare lavoro in risposta alla crisi. Un atto di riparazione alla natura distrutta dall’intenso sfruttamento dell’avido capitale, politco finaziario pure criminale.

La manifestazione, partita dall’ex area industriale dalla discarica Fosfotec in località ‘Farina di Trappeto incontra gli studenti medi e grida il suo “Mo basta! Delle nostre vite decidiamo noi”, ingrossato dagli studenti medi, vivi allegri, combattivi e subito in sintonia con gli attivisti della Rete. Le amplificazioni e le musiche si fondono come in un cartone animato! Infatti, IndyMediaCenter, il camper della radio Transizione di Fase, lascia il corteo per andare in piazza. La determinazione cresce. “Non ci rappresenta nessuno”, “non vogliamo più i vostri rifiuti, i titoli tossici, che hanno ipotecato il nostro futuro, come le vostre scorie” Rifiutiamo la politiche delle ndrine come quella dell’alta finanza”. E’ il Tecnico Commerciale “F. Lucifero” di Crotone. Una delle scuole costruite con le scorie tossiche proveniente dagli scarti di lavorazione della Pertusola. Secondo la Procura, i residui della cottura nei forni speciali, detti “cubilot”, anziché seguire un costoso processo di smaltimento, venivano reimpiegati come materiale inerte per la pavimentazione di opere edili. Da una perizia commissionata dai magistrati è emersa la presenza negli organismi di 290 alunni di metalli pesanti come cadmio, arsenico e nichel.
Comitati fieri, di una ritrovata dignità come quello di Scandale, contro la discarica d’amianto in costruzione di Scandale, nel Marchesato, il cui sindaco, Carmine Vasovino (Pd), vittima nei mesi scorsi di un vile attentato per la battaglia fatta contro la costruzione della discarica
Numerosi gli striscioni nel serpentone che ha attraversato la città: in solidarietà coi no tav “ contro la tav e commissariamenti, comunità resistenti” del Laboratorio Sociale Assalto, sgomberato l’estate scorsa, quello dei Comitati Acqua Pubblica, dei vari nodi della Rete, rappresentanze
di varie associazioni e comitati, come lo storico del “ De Grazia” Capitano morto dopo aver preso un caffè in circostanze misteriose, mentre investigava sulle navi dei veleni, vicenda sapientemente insabbiata dal governo Berlusconi. Altro striscione storico quello del nodo di Cosenza che ha impedito la costruzione dell’inceneritore in provincia, macinando centinaia di kilometri. Qualche attivista campano e pugliese oltre che dei No Tav dalla Val di Susa. Pure l’Arci fa la sua bella figura , come non accadeva da tempo. Presenti nel corteo pure delegazioni di Verdi, Cia, Confagricoltura, poche ma presenti le bandiere del PRRRC. Assente Sel e Grillini, (Bho?) E poi i tanti comitati territoriali calabresi, il Forum nazionale dell’acqua pubblica, i no Nuke. L’arrivo in piazza del grande corteo butta fuori alcuni destrorsi, presenti, mentre, alcuni attivisti occupavano il palazzo comunale per appendere gli striscioni di protesta, fra i quali lo storico striscione del nodo Crotonese della Rete, “Acqua, terra e Aria” – Non accadeva da vent’anni, dai tempi della mobilitazione nazionale contro gli F16”. Sul palco si alternano gli interventi di studenti, attivisti, sindacalisti, medici. In un intervento iniziale si ricorda l’identificazione della Rete con l’idea di Rifiuti Zero, cui tante iniziative sul territorio sono state dedicate, per vincere contro la discarica di Castrolibero. Altri come Ferdinando Laghi di Medici per l’Ambiente- Isde che racconta la vicenda della Centrale a Biomasse che Enel vuole aprire nel bel mezzo del Parco Nazionale più grande d’Italia, quello del Pollino, al confine tra Calabria e Basilicata: “500mila tonnellate di biomasse all’anno trasportate da 150 camion al giorno che dovrebbero attraversare un’area doppiamente protetta. Vogliono così uccidere il Parco, la valle del Mercure, ma anche la popolazione dal momento che i rischi per la salute sono elevatissimi, pensiamo all’immissione nell’atmosfera di particolato fine ed extrafine, nano particelle che entrano direttamente nei polmoni. L’opera è poi insostenibile per il paesaggio, la gestione delle ceneri, il traffico, la viabilità, i campi elettromagnetici, la sicurezza e salute dei lavoratori”. Ambiente e salute, un binomio inscindibile. Specie nei siti di interesse nazionale da bonificare (come Crotone) dove l’incidenza di malattie tumorali ha drammaticamente superato la media nazionale. E per parlare di tutto ciò ma anche della piaga sociale che investe il comparto sanitario avrebbero dovuto prender la parola i precari dell’Ospedale locale se non fossero stati indotti a tacere dalla Regione Calabria. “Un fatto gravissimo- denuncia Filippo Sestito della Rdt- che la dice lunga sulla cappa antidemocratica che imperversa in queste terre. Oggi però abbiamo dimostrato che Scopelliti deve fare i conti con noi e deve immediatamente porre fine al commissariamento che ha prodotto solo danni. Contestati sul palco e sotto gli interventi di Legambiente e Wwf, presenti solo quando son certi della riuscita degli eventi e col ruolo di pompieri. Il messaggio che arriva da questa piazza è chiaro. Bloccheremo la Regione se non otterremo questo risultato perché la logica commissariale è fallimentare avendo avuto il solo scopo di favorire i privati e quel groviglio di interessi in cui si muove la borghesia criminale, le ‘ndrine, il mondo delle professioni, la classe politica e dirigente”. E così a due anni dalla “grandissima manifestazione di Amantea sulle navi dei veleni”, la Calabria s’è desta, ancora una volta. Questa volta per dirlo all’Italia intera: “riconversione ambientale nei territori e rivoluzione ecologica”. La rete ha vinto contro coloro, che ne aspettavano e volevano raccogliere i resti, in una terra difficile, un percorso politico, che rifiuta la delega, pratica l’azione diretta, completamente autofinanziato, un movimento dal basso, vive con tutte le sue contraddizioni, ma vive.

 

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