#decidiamonoi

In migliaia di tutte le età per le strade di Cosenza dietro lo striscione #decidiamonoi, con un unico fine: dare vita ad un altra politica sul ciclo dei rifiuti, virtuoso, ecosostenibile e libero da interessi clientelari e affaristici.1549251_10203156020159979_5412060471422021438_n

I tamburi suonano la carica in testa al corteo, un serpentone colorato e comunicativo a tratti festante, con cori e musica popolare percorre le vie del centro di Cosenza. Comitati arrivati da ogni angolo della Calabria: dalle vicine Donnici e Rovito, la presila dei blocchi di questa primavera che fa ben sperare; i comitati dell’area urbana: “No Megadiscarica di Castrolibero” e “No alle discariche” di Rende; il Pollino, del RASPA ad Alessandria del carretto, a Francavilla, a Castrovillari; dal Tirreno, Diamante a Paola e Praia; dal medio Crati, di Bisignano e di Acri, Torano c’è, scendendo il Comitati di Lago con la discarica di Giani, al Lametino, Pianopoli c’è, il comitato di Serrastretta con la sua discarica che ha raccolto per anni il tal qual quale di tutta la regione; allo Ionio di Rossano, il Comitato di Bucita, Le Lampare di Cariati; il Crotonese Terra e Aria; Catanzaro c’è, come pure i briganti di Serra San Bruno, ai Comitati del Reggino. Tutti presenti per riprendersi la loro terra e il futuro.1557577_10202873792679323_2485303027657813003_n

La manifestazione si apre dopo un saluto di benvenuto ai comitati citati, con la dichiarazione della vicinanza alle lotte contro la devastazione del territorio, come in Val Susa e No Muos, le cui bandiere stanno ai lati del furgone amplificato che ospita il media center, con la diretta audio e video. Da subito viene ricordato il corteo che percorre le strade di Torino, “Colpevoli di Resistere” Torino Cosenza, stessa resistenza, è la vicinanza a Matteo, Chiara, Niccolo e Claudio.

Quasi vent’anni, compreso il commissariamento, due miliardi di euro spesi per ritrovarsi ancora con le strade piene di sacchetti di spazzatura, impianti per il trattamento fantasmi, diventati discariche grazie alle ordinanze ultime del tal quale; con le coste, le colline di un territorio a vocazione agricola violentate dall’avidità e di una classe dirigente in collusa con imprenditori privati “borderline” del ciclo dei rifiuti. Moltissimi i giovani, ma anche persone anziane, contadini con i loro trattori, famiglie, esercizio in autonomia di un’altra politica, preparata con assemblee, dibattiti e reale partecipazione dal basso. 10300316_10204062942081835_8032488088952067975_nIl corteo si ferma più volte, viene inscenata una performance. Finti spazzini in maschera anonima buttano dei sacchetti con la faccia di un imprenditore della spazzatura o di un politico. I bambini ci giocano a pallone, gli spazzini usano la classica ramazza, in mezzo alla folla che applaude e li buttano in un grande sacco nero. «Contiene soggetti pericolosi», e dentro vi finiscono, i politici di destra e sinistra, il mai dimesso Scopelliti, l’assessore Pugliano, gli ex Loiero e Chiaravalloti, il fascista Orsomarso, gli imprenditori Guarascio, Vrenna, che gestiscono pure società di calcio, Gualtieri, e la famiglia Gentile, col suo clientelismo e nepotismo. Performance liberatoria colta e applaudita da chi vuole difendere il futuro dei propri figli da veleni e tumori che il ciclo dei rifiuti, porta con sé da decenni. Un dispositivo di controllo e repressivo esagerato, giusto per far sentire ancora una volta il fiato sul collo dei manifestanti, che già nei blocchi alle discariche hanno conosciuto il gelido alito di quella legalità e democrazia di facciata, buona finché ne accetti i presupposti, di essere governati da tecnocrati che nulla sanno del territorio, delle aspirazioni di chi ci vive. Dai microfoni viene ripetuto più volte, la soluzione è la differenziata spinta porta a porta, con comunità responsabili dei propri rifiuti, chiudere le discariche invece di aprirne nuove, bonificare quelle esistenti, messa in sicurezza dei siti inquinati, realizzare impianti che servano davvero a riciclare i rifiuti e non a ospitarli senza selezione. 10259954_10203793138099781_383201361468009896_nL’ennesima richiesta del registro dei tumori. Concetti chiari conosciuti e dibattuti: rifiuti zero e auto determinazione dei territori. Fischiata la segreteria di Forza Italia, in cerca di pubblicità, cui seguirà un comunicato, assediata per due ore (!?!), meschini, davvero non sanno che inventarsi per farsi pubblicità. Il corteo si ferma a metà di corso Mazzini, la piazza principale è preclusa-prenotata, negli ultimi giorni. Non importa, molti cosentini sono presenti, tutti sanno, nell’avvicinamento alla data è stato più volte registrato. E tutt* si sentono coinvolti, anche chi ironizza, o fa finta di niente. Ognuno ha i suoi rifiuti da tenere giorni in casa, o rimasti fuori al portone o all’altro lato della strada. La manifestazione #decidiamonoi, ha espresso, non solo una richiesta come dice qualcuno alla politica. Non è così, per gli organizzatori, e i partecipanti, per la loro coscienza cresciuta nelle lotte di quest’ultimi mesi alle varie speculazioni, negli accadimenti quotidiani. La distanza dalla politica istituzionale, il riconoscere chiaramente quel grumo nero d’interessi diversi coagulati sulla sopraffazione, dominio, sul resto della popolazione, con ampi settori, sempre stretti da una crisi senza via d’uscita, pongono altre pratiche altre risposte che nessun urna elettorale potrà più contenere. Se il Re era nudo, ora puzza pure, nauseabondo cadavere, impossibile da riciclare è tempo che #decidiamonoi.

Pubblicato su Umanità Nova n.16 anno 94                                          Orestes

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