Hackmeeting 0x10 – Cosenza

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Dal 7 al 9 giugno si è svolto a Cosenza nell'area occupata dell'
ex-officine ferrovie Calabro Lucane “ l'incontro annuale delle
controculture digitali italiane, di quelle comunita' che si pongono
in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle 
tecnologie all'interno della nostra societa' “ Ed inoltre come si
legge ancora sul sito hachmeeting.org : “ l'hackit e' solo per veri
hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa
s/battersi per farlo.
Anche se non ha mai visto un computer in vita sua. “ Una tre giorni
 per “di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e
 apprendimento collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che 
utilizziamo quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti
 inducono sulle nostre vite reali e virtuali, quale ruolo possiamo
 rivestire nell'indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal
 controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i
 tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre piu' stretti”
Un evento la cui caratteristica fondante è l'essere totalmente
autogestito: non ci sono organizzatori e fruitori, ma solo partecipanti.
Fin qua sul sito, cui trovare elenco dei seminari proposti.
Tante persone un po' da tutt'Italia, (anche se nella partecipazione
 pesa forse la crisi e Cosenza  nell'immagginario risulta lontana (?)
significative presenze anche estere, hanno animato in un incontro di
 vera di socializzazione dei saperi e di esperienze i vecchi capannoni.
Dove un tempo veniva fatta la manutenzione dei treni, oggi, per
l'HachIt, sono stati rifatti impianti, luce, acqua, (scaldata col 
solare termico e stufa a legna, reinventato cucina e dormitoio),
 migliorato le funzioni già assolte dal CPOA Rialzo Cosenza.
Se in passato era la ferrovia a dare modo alle persone di scambiarsi
 e acquisire conoscenza oggi questo ruolo è svolto dalla rete 
internet e dalle modernissime tecnologie.
Nonostante la rete offre la possibilità di scambi di notizie ed
informazioni in tempo reale, gli Hackers stessi non rinunciano da
 più di 10 anni a vederssi, per confrontarsi e dibattere in una 
modalità davvero libera e priva di qualsiasi “ sovrastruttura” 
gerarchica o totalizzante.
Anzi, come si sa, il primo meeting fu organizzato per rispondere ad
 una stretta repressiva. Ed oggi il meeting non solo non ha perso la
 sua importanza, visto gli ultimi accadimenti, gli arresti di 
presunti Hachers, sia per le notizie provenienti dagli USA, 
milioni di utenti di microsoft, motori di ricerca e social network,
 sono stati spiati, monitorati.
L'attualità e freschezza dell'Hackmeeting, è dimostrata anche dalla 
giovane età dei partecipanti, dagli approcci diversi ma con una base
 comune, il metodo spermentale, un modo ragionato e schierato. 
Che si parli di complicate tecnologie, linguaggi di programmazione,
 svariate esperienze, l'approccio e sviluppo è sempre improntato al 
confronto aperto, schietto e divertente; nessuno  ha la verità in
tasca, condivisione e scambio nei seminari è a tutto tondo, 
dove spesso la relazione introduttiva neanche viene finita, 
perchè da subito partono domande e riflesioni. Per proseguire poi, 
in fila a pranzo o sorseggiando una moka drink. La cucina e 
i servizi sono autogestiti, c'è
un foglio, cui ci si segna, o al volo, com'è capitato, si posa lo
zainetto e si salta dall'altra parte, tutti protagonisti.
Per quest'anno il tema scelto dalla comunità è un incontro 
apotropaico (per allontanare la iatura) del controllo, 
e sposando un modo di dire locale, “ faraffascino faramalucchiu“ 
 che si richiama a strani riti, per combattere le influenze negative
 che avvolte sembrano invincibili.
E così si parla dei MALVARE che stanno diventando il problema di
sicurezza principale per un numero di utenti della rete sempre più
 alto, capire perché esistono, sia a scopo commerciale, o per
 paranoie securitate da grande fratello, da parte degli stati, 
al solo scopo di aumetare indirizzare il controllo sociale. 
Dopo solo alcuni giorni, la cronaca l'ha dimostrato, e soprattutto,
 come difenderci, dalla Repressione digitale. Seguito pure se 
a notte fonda il seminario sull'uso dei Social networh,
 nelle rivolte arabe piuttosto che nella politica Italiana.
 Seguita anche dalla stampa, la burla di Anonymous,
 sulle mail del PD. Oppure come fare da se il sapone in casa,
in modo naturale e senza inquinanti adatto, 
per ogni pelle e diversi scopi, dai piatti o per gli indumenti. 
O la “ Violenza di genere e gerarchie nel movimento“
 O gli interessantissimi aggiornamenti sui vari programmi in uso o
 sconosciuti ai non adetti al lavoro, cui però non era difficile 
“capire senz'averci capito niente”, perchè comunque l'uso della
 logica e la base razionale permettono a chiunque di poter seguire,
 fino a quando non si entra nei particolari da veri specialisti!! 
Sul sito Hackmeeting.org tutti i seminari. 
Non sono mancati i momenti ludici, con musica ed uno spettacolo di
 burattini di Angelo Aiello, Spazzolino e la Città pattumiera, 
dove il nostro eroe burattino combatte il malaffare dei rifiuti,
 scontrandosi pure col sindaco. Alla fine vince,
 (e non poteva essere altrimenti) con la solita “mazzuliata” 
per riprendersi la città finita nella mani di corruttori e 
speculatori.
Orestes
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COSENZA: Mobilitate/i in bloccano la città

blocco A3

Per 2 giorni lavoratori in cassa integrazione in deroga e mobilità,
hanno attuato il blocco dello svincolo e l’occupazione dell’ingresso
autostradale della città.
Forme di protesta in tono minore sono scattate pure in altre province
Calabre, ma solo a Cosenza, si è avuta la radicalità conseguente e
necessaria per ottenere il risultato di far saltare la burocrazia della
govenance regionale di don Peppone Scopelliti.
Dopo anni di sfruttamento e sottomissione in diverse attività
lavorative, sono in 12mila circa, molti dei quali ormai fuorisciuti dal
mercato del lavoro, a percepire indennità inferiori a 400 euro,
mensilità che ormai mancavano da gennaio.
Si eran dati appuntamenti sotto l’INPS, si sapeva di 40 milioni di euro
della regione, da ripartire, pagare arretrati anticipati dall’ente, ma
in mattinata, si dice, che non c’è nulla.
Persone con problemi reali nel vivere quotidiano, con bolette non
pagate, luce e gas staccate, difficoltà nei rapporti familiari ormai
diventati critici, quando manca quella fragile relativa, tranquilla
normalità che sembrava acquisita dalle precedenti generazioni, decidono
di spostarsi all’ingresso della autostrada, bloccare la porta della città
Vergognoso il comportamento dei sindacati confederali, non han chiamato
nessuno, anzi scoraggiano a mobilitarsi. Di fronte alla grave crisi che
incombe, le cui conseguenze ricadono soprattutto sulle spalle della
classe lavoratrice, e nei settori più deboli con effetti più devastanti,
non si sono risparmiati nel doppio gioco, nel dividere e isolare i più
radicali, comunque presenti in centinaia.
Nonostante sia finita la rappresentanza sindacale extra confederale,
grazie alla collaborazione di Cgil, Cisl, Uil, che, comunque, in questa
lotta non sono riuscite a neutralizzare la forma propria
dell’autorganizzazione sindacale conflittuale, di chi non vuole piegarsi
alle loro politiche di svendita anche degli ultimi diritti rimasti.
I mobilitati si sono autorganizzati in modo radicale e forte, non
curanti, se non in aperta sfida della celere che cercava di mettere
paura, segno ovvio delle debolezza politica della governace regionale
che non ha altri argomenti.
In una città che ha fame di lavoro e vive di terziario e precarietà, la
voce si sparge subito la solidarietà corre non solo sui social network,
e con gli sms, ma anche persone che concretamente passano, il presidio
aumenta e cresce di numero. Nel pomeriggio i sindacati tornano dal
prefetto dove era stato istituito un tavolo di confronto, si dice di una
mensilità, invitano ad andare a Catanzaro un altro giorno, si vuole
smobilitare e dividere, mentre si afferma il contrario.
Alcune decine di lavoratori scelgono di non fermare il presidio, il
blocco continua ad oltranza, la mediazione dei sindacati è stata
sconfessata in piazza, le forze dell’ordine e burocrati ingoiano il
rospo, ci si prepara alla notte con il supporto degli attivisti di tante
battaglie della citta di Cosenza e non solo. Al mattino presto si fa
minacciosa la presenza della celere, il cui numero è decisamente
aumentato rispetto agli abituali numeri della città.
Qualche ora più tardi, sono più solerti i sindacati, fanno sapere che si
è raggiunto un accordo fra INPS e Regione Calabria.
Azione diretta significa non aspettare, ma assumersi tutte le proprie
responsabilità, e a dispetto delle rassicuranti sigle sindacali in
corteo si torna all’INPS in tarda mattinata, da lì nel pomeriggio, per
avere conferma, una delegazione in autobus per Catanzaro, ore più tardi
la conferma, 2 mensilità.
Una piccola battaglia vinta, rosicata altra briciola del paniere, la
tenacia della mobilitazione dei mobilitati, che han lottato per 48 ore,
grazie anche al supporto, anche logistico oltre che umano, dei compagni
dei centri sociali ed attiviste/i vari.
Una piccola battaglia per recuperare e vincere in solidarieta, anche
stavolta la lotta, ha saputo, grazie alla determinazione e resistenza di
pochi vincere su chi vuol ridurre, se non sotterrare, la dignità umana.
Per ora il giochetto ha retto, ognuno ha rispettato il proprio ruolo e
salvato la propria parte, ognuno può raccontare di aver vinto e
cantarsela e suonarsela, ma fino a quando?
Orestes

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CALABRIA: 25 aprile – 1 maggio di resistenza ricostruzione!

GALLICO DI REGGIO
Il 25 aprile 2013 ricorre l’undicesimo anniversario della Liberazione del Parco Cartella. Uno spazio pubblico abbandonato al degrado e alla delinquenza, trasformato nel tempo in luogo di aggregazione e partecipazione. Negli anni a seguire una vera fucina di idee, e uno spazio libero al confronto. Diverse le relazioni e i rapporti costruiti con altre realtà anche oltre frontiera. Così come tanti sono stati gli atti delinquenziali subiti dal centro. L’ultimo, il 15 maggio di un anno fa, quando un incendio distrusse completamente la struttura. Ancora oggi sotto sequestro nonostante i vari appelli e rassicurazioni, i ragazzi del Cartella non hanno mai mollato quello spiraglio di libertà per questa città. Nasce così la quattro giorni di questo 2013 dal titolo: “Liberare spazi per riprendersi la città”
In questi giorni e stata compiuta un opera di bonifica, metter in sicurezza travi pericolanti in cantiere cmq aperto, contornato solo da nastro bianco e rosso, rioccupare uno spazio, riempirlo con quell’agibilità politica, negata negli ultimi anni a Reggio. Militanti del centro e non proveniente anche da fuori provincia si sono dati il cambio nel rimuovere macerie, ricostruire impianti, progettare e sognare nuova vita.
Cuore pulsante delle giornate il tendone cucina-bar, con la cipollata e la pasta alla norma, i contorni e dolci che davan energia ai vari turni di lavoro, cui seguivano momenti di discussione, assemblee, sulla difesa del territorio, la presentazione dell’Hackemeeting 2013, il mercatino della decrescita sui prodotti locali, seguiti ovvio, dalle serate con spettacoli gratuiti per tutto il quartiere di Gallico, nel cui parco il CSOA è situato.
Numerosa la partecipazione e gli interventi all’assemblea pubblica del 25 aprile, sulla rinascita di Reggio che può iniziare solamente a partire dalla riappropriazione degli spazi: di quelli fisici, sottratti dalla speculazione e dal malaffare, e quelli politici, negati da partiti e burocrazia. Liberare Reggio si può se decidiamo di riprenderci il nostro ruolo di protagonisti della vita sociale e politica, di riprenderci i nostri territori per curarli e difenderli, di riprenderci il nostro diritto a decidere, protagonisti uomini e donne liberi, migrant* e ragazz*, impegnat* e motiva* a cambiare la propria esistenza anche condividendo momenti di lavoro oltre che ludici e di discussione politica.
Gallico e solidale alle compagne e ai compagni pisani del Newroz: sappiamo bene quello che state provando ma sappiamo altrettanto bene che intimidazioni vili come queste non riusciranno a scalfire minimamente il vostro impegno. Anche se i chilometri che ci dividono sono tanti, la nostra vicinanza è totale
http://www.youtube.com/watch?v=vWzCEAYqu4M

COSENZA,LIBERIAMO SPAZI, ASCOLTIAMO CULTURA! DAL 24 APRILE UN NUOVO SPAZIO IN CITTA’: AUDITORIUM POPOLARE
A Cosenza l’area delle ex officine ferroviarie, tra viale Mancini e via Popilia, è un luogo di resistenza alla speculazione edilizia che ha sottratto gran parte della città ai suoi abitanti. Grazie all’impegno sociale di tante persone che vivono ed operano in quest’area, è diventata un luogo di vita associativa che contrasta la solitudine in cui ci stanno facendo sprofondare il culto della merce e le conseguenze della crisi economica globale. L’area dei capannoni, negli ultimi sette anni, è divenuta luogo di riappropriazione e sperimentazione di una socialità genuina, dell’incontro tra le culture e della partecipazione dal basso.
Ed è proprio seguendo questi principi che molti collettivi, soggetti, associazioni, liberi uomini e libere donne dell’area urbana cosentina, da qualche mese, hanno deciso di mettersi ulteriormente in gioco nel tentativo comune di creare uno spazio dove produrre e riprodurre musica, cultura, arte, politica e socialità, dove poter esprimere liberamente la partecipazione attiva alla vita cittadina, fuori dalla retorica e
dall’economia dei grandi eventi. Con una giornata di pubblico confronto e festa popolare, il prossimo mercoledì 24 aprile inaugureremo l’Auditorium Popolare.
La scelta di costruirlo è nata dalla critica al degrado culturale che sta vivendo Cosenza negli ultimi anni.
È un degrado preoccupante, che ci riporta indietro nel tempo, a quando la città era dominata da oblio ed
alienazione. L’eclissi di un festival come quello di Invasioni e la possibile chiusura del teatro dell’Acquario, sono i segnali più evidenti ed allarmanti di una decadenza forse più profonda e complessa di quanto possa apparire. Intanto nelle stanze delle istituzioni si cerca di occultare questo vuoto, organizzando rassegne pseudo-culturali che hanno l’unico scopo di soddisfare gli appetiti di affaristi e manager last minute, lasciando ben poco spazio però alla creatività collettiva ed alla libera espressione popolare. Ma per fortuna, in questa città, continuano a fiorire iniziative spontanee che, spesso, ottengono
risultati sociali, morali e divulgativi infinitamente superiori alle rassegne ed agli eventi finanziati dall’alto. Gli spazi abbandonati o svenduti dalle amministrazioni locali, sono luoghi pubblici, dove si gioca il futuro delle nostre città, dove si intrecciano le vite, le memorie individuali e collettive. Ma i luoghi pubblici e la partecipazione non possono essere monopolio delle istituzioni. L’esperienza dimostra che quando ciò accade, qualsiasi iniziativa ha vita breve. Riteniamo quindi che gli spazi comuni, per loro natura, offrano a tutti la possibilità di sperimentare, in totale autonomia, relazioni umane importantissime per chi coltivi ancora il sogno di costruire un mondo diverso. L’operazione auditorium ci permette di restituire all’uso cittadino un altro spazio dismesso e dimenticato, altrimenti destinato al degrado o alla speculazione. Non dimentichiamo infatti, che la giunta Perugini avrebbe spartito ben 16 milioni di euro ai palazzinari di questa città per radere al suolo i capannoni esistenti e realizzare ex novo un’opera simile. Vogliamo lavorare affinché per la comunità diventi, col tempo, un’occasione, al di là del mercato, per praticare momenti di solidarietà, felicità collettiva, rispetto della dignità.
Le politiche alienanti delle ultime amministrazioni ci consegnano una fotografia deprimente della città. Il problema allora è proprio partire da questa situazione per ribaltarla. Ciò sarà possibile solo se si
afferma, con forza, il fatto che la conoscenza, sia nelle arti pratiche che nei beni immateriali, non è in vendita. E che quindi la cultura ha un valore condiviso. È di tutti e tutte. Solo attraverso quest’idea
della cultura si potranno riaffermare nuove condizioni di vivibilità e di condivisione nell’area urbana, riattivando le differenti sensibilità, le risorse inedite e le qualità già esistenti.
L’auditorium popolare sarà uno spazio aperto alla città e non solo.
Chiediamo il contributo umano, materiale, intellettivo, di quanti condividono il nostro comune sentire.
ore 17.30 – IL MAIALE E L’AIUTO CHEF – teatro per bambini e non solo @
OFFICINE BABILONIA + info su ultimoteatro.wordpress.com
ore 18.00 – Inaugurazione AUDITORIUM POPOLARE area ex officine
ferroviarie fdc Cosenza incontro/dibattito: UN AUDITORIUM POPOLARE A COSENZA proposte e prospettive, ne discutiamo con: · Luca Ardenti, Luca Persico “Zulù”, modera: Alessandro Aloe – auditorium popolare, durante il dibattito performance teatrali di: Emilio Nigro e Ernesto Orrico.
ore 22.00 – notte partigiana con il live della Banda Bassotti; O’Zulù (99 Posse) + Chosen Few music selection
Il 1 maggio si festeggiava insieme, anche quest’anno abbiamo deciso di trascorrere giorno dedicato ai lavoratori e oggi più che mai ai precari e ai disoccupati..A sostegno degli Spazi Sociali e delle
controculture…presso il nuovo auditorium popolare di Cosenza,azione antifascista a partire dalle ore 16
☞ LIVE CONCERTS e SOUND SELECTA
► COLLE DER FOMENTO ◄
► KIAVE & MACRO MARCO ◄
► MEZZOSANGUE ◄

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CAMPAGNA PER LA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE

1 EURO CONTRO IL SINDACO MARRANGHELLO
E CONTRO CHI PROCESSA E CONDANNA LA LIBERTÀ DI PENSIERO
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Che cos’è un volantino? È ad esempio uno strumento di cui una persona o una associazione di più persone si servono per manifestare il proprio pensiero sulle vicende sociali, culturali, politiche, per controinformare e denunciare le malefatte del potere.
Ora, mentre l’art. 21 della costituzione della repubblica italiana si apre recitando che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, la corte d’appello di Catanzaro, uno dei tanti tribunali della stessa repubblica italiana, per voce di una sua giudice, ha condannato il compagno Vincenzo al “risarcimento del danno” causato alla “parte civile” e al pagamento delle spese, perché in un volantino distribuito a San Lorenzo del Vallo, e ripreso dalla stampa, denunciava in maniera altamente critica con chiaro ed esplicito riferimento a fatti e relativa documentazione l’operato della Giunta Marranghello.

Il paradosso però non finisce qui… pertanto risulta forse utile evidenziare le altre palesi contraddizioni che contornano questa emblematica vicenda:
Il compagno Vincenzo con sentenza emessa dal tribunale di Cosenza in data 14.7.2009, viene pienamente assolto per l’insussistenza del fatto.
Il sindaco Marranghello ricorre in appello alla corte di Catanzaro e il 1.10.2012, data di celebrazione del processo, con sentenza emessa dalla giudice Palma Talerico “in riforma della sentenza emessa in data 14.7.2009 dal tribunale di Cosenza” il compagno Vincenzo viene condannato al risarcimento del danno non patrimoniale cagionato a Marranghello Luciano… nonché al pagamento delle spese processuali.
Praticamente per effetto di una sentenza il compagno Vincenzo risulta assolto per l’insussistenza del fatto mentre per effetto di un’altra sentenza sempre sullo stesso fatto, la quale non cancella la prima ma la riforma, viene condannato al risarcimento del danno e al pagamento delle spese processuali.
Insomma, ci viene da pensare che si tratti solo e semplicemente di una vera e propria paradossale sentenza politica, come del resto paradossale e falso risulta essere l’intero sistema democratico che da un lato con la carta costituzionale afferma di garantirti la libertà di pensiero e dall’altra servendosi dei tribunali di fatto te la toglie condannandoti per averla esercitata.
Altrimenti, come definireste voi una sentenza che, sempre sullo stesso fatto, “penalmente” assolve e “civilmente” condanna? Una sentenza che pone un “prezzo da pagare” alle dure critiche mosse all’operato di un sindaco e di una Giunta? una sentenza che in barba alla libertà di pensiero intima a non controinformare, a non denunciare le malefatte del potere, pena un duro prezzo da pagare in pecunia?
Si pensa forse, sulla base della meschina logica del denaro, di mettere paura agli anarchici toccandoli nelle loro tasche? Ma, come si suol dire, se così è, hanno sbagliato i conti.
Il valore di avvalersi della libertà di pensiero, il valore di combattere le ingiustizie, i soprusi, le iniquità, il valore della lotta sociale contro l’attuale sistema di dominio e sfruttamento dell’uomo sull’uomo e per la realizzazione di una società di liberi e uguali, per gli anarchici non hanno prezzo.
Gli anarchici non si vendono. Gli anarchici non barattano le loro idee. Queste pratiche le lasciano ai politicanti, i quali pur di restare sempre incollati sulle poltrone del potere cambiano casacca di elezione in elezione. Gli anarchici non rinunceranno mai a lottare per la distruzione del potere e per l’affermazione della libertà.
Quale segno di alta solidarietà nei confronti del compagno Vincenzo gli anarchici lanciano pertanto la campagna “1 euro contro il sindaco Marranghello e contro chi processa e condanna la libertà di pensiero”. Qualora la Cassazione, alla quale è ricorso il compagno Vincenzo, dovesse annullare la sentenza del tribunale di Catanzaro, il denaro raccolto sarà restituito ai sottoscrittori.
La cifra di 1 euro è puramente simbolica, pertanto ognuno può contribuire alla sottoscrizione a seconda delle proprie possibilità. La sottoscrizione si può fare di persona oppure attraverso un C/C/P il cui numero è 69942050 intestato a Vincenzo Giordano via Piave, 2 – 87040 – San Lorenzo del Vallo (CS).

Spezzano Albanese 12.02.2013
FEDERAZIONE ANARCHICA “SPIXANA”
Aderente alla FAI – Federazione Anarchica Italiana

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Solidali, contro le denunce del blocco ferrovia sullo Ionio

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Apprendiamo, dal mainstream, che alcuni manifestanti sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico e per inosservanza dei provvedimenti emessi dalla autorita.
I fatti risalgono al 15 settembre scorso quando alcuni cittadini e associazioni dello jonio cosentino, davano vita a una manifestazione per stigmatizzare il depotenziamento dei trasporti ferroviari sulla tratta ionica.
In quella occasione i manifestanti, unitari e pacifici non hanno avuto nessun momento di tensione, nessuno scontro nessuna divisione, niente che poteva, quindi ,giustificare questo assordo provvedimento.La ricostruzione del mainstream che parla di quattordici manifestanti staccatisi dal corteo è, pertanto , del tutto inesatta.
Pare proprio che ci si diverta a perseguitare chi ha a cuore le sorti della propria terra, quindi lotta in prima persona. Di contro assistiamo a continui disastri ambientali, economici sociali che invece sono coperti e insabbiati. In tutta Italia dai no-tav, alle lotte studentesche per passare alle rivendicazioni operaie senza dimenticare le battaglie dei migranti, la parola d’ordine è repressione.
Infine si ha una diffusa sensazione che, in Calabria, a farla franca siano coloro i quali agiscono nell’ombra, riversano nei mari immondizie e veleni, interrano rifiuti, costruiscono abusivamente, licenziano, sfruttano, emarginano, affamano.
L’azione di protesta dei cittadini e delle cittadine dello jonio, assieme a quella tutti calabresi che hanno a cuore le proprie vite e la propria terra, continuerà , noi ne siamo certi e sicuri. In un periodo come questo, in una terra come la Calabria lottare, non piegare la testa ai padroni, significa esistere e vivere da donne e uomini liberi. Chi si abbassa, piega la testa, volta lo sguardo dall’altra parte è vittima e complice di questo disastro.
Esprimiamo quindi massima vicinanza agli uomini e alle donne alle associazioni colpiti direttamente o indirettamente da questo assurdo provvedimento che ha tutto il sapore di una pura intimidazione!
E’ giunto il momento di urlarlo forte: noi non abbiamo paura e lottiamo insieme a vo! Per una terra libera dagli interessi privati e particolari di pochi, per una terra libera fatta di uomini e donne liberi nella libertà.
Gli anarchici calabresi.

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GIANCARLO NON è SOLO!

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Dopo due giorni di presidio in piazza, a Celico, piccolo paese della presila cosentina, diverse decine i partecipanti al comizio finale,accorsi per testimoniare vicinanza e solidarietà a Giancarlo Spadafora.
Il compagno è stato licenziato, reintegrato e nuovamente licenziato dalla sua cooperativa, la stessa che aveva fondato decenni fa, una casa famiglia per minori, in quel di Celico.
Giancarlo aveva combattuto, denunciato, ruberie, sfruttamento nel trattamento di lavoratori, finanche un caso di maltrattamento su di un giovanissimo ospite. Il clima era diventato rovente ed era stato allontanato e perseguitato dai soci del consiglio di amministrazione, da lui sfiduciato. Non si può però delegare ai soli tribunali la battaglia, è infatti fondante rimanere nelle piazze insieme ai compagni ai cittadini per denunciare e raccontare a tutti come una gestione di un bene comune venga piegata agli interessi personali.
Chi conosce Giancarlo per la sua generosità ed integrità morale ed umana, ha presenziato la due giorni anche da decine di chilometri di distanza. Presenti pure diversi compagni antagonisti del cosentino. Certo il paese ben conosceva la situazione, riconoscendo il coraggio di Giancarlo nel denunciare molto anzi tempo chi poi ha pure perso le ultime elezioni, per la loro arroganza anche nell’amministrare il paese. Ormai pure nei piccoli paesi, la combriccola del PD, sempre più votata al profitto, non regge.
E così il comizio finale ha funto da sostegno e denuncia per le vicende della Cooperativa, ma ha inteso riflettere sul caso singolo, quello del compagno Giancarlo, per giungere a uan riflessione più generale dello stato di cose in questa società cove sempre più il profitto schiaccia l’umanità e la libertà. Ha introdotto la discussione Orestes Accio, che ha delineato la situazione del compagno denunciando le varie ingiustizie di cui è stato vittima. uno spaccato sulla de-formazione statale della scuola Italiana e le possibilità di autoformazione, è stato invece fornito da Maria Fortino una precaria della scuola iscritta all’U.S.I.. Grazie alla presenza di Domenico Liguori della FAIt, Federazione di Spixana, è stata messa in discussione una generalizzazione su come vanno oggi le cose in Italia e nel mondo, le politiche sulla crisi del governo mondo e gli indirizzi che invece si dovrebbero seguire per un mondo più giusto e libero. Giancarlo non è solo, non lo è mai stato, la battaglia proseguirà per far tornare la cooperativa ad essere un reale luogo di possibilità per un altra vita dei suoi giovani ospiti.

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Ci provano pure quest’anno, la solita iniziativa fascistella!

Come ogni anno, i pochi sparuti destrossi fuori dalla storia, tentano anche a Cosenza di fare un iniziativella col ferrovecchio di turno.
Nel nostro paese le questioni sociali sono sempre più ridotte a questioni di ordine pubblico. La politica istituzionale non offre alternative. Il centro sinistra fa le stesse politiche del centro destra, agitando la bandiera del moralismo: dalle mutande di Silvio agli stipendi dei parlamentari. Gli eroi dell’anti politica, della partecipazione diretta, della democrazia rinnovata sono impastati di giustizialismo e moralismo.
Cosenza ha sicuramente cambiato volto negli ultimi anni, ma se c’è un valore sul quale rimane salda ed inamovibile da generazioni è l’Antifascismo. E poco importa che la guida amministrativa della città sia oggi, e per le prima volta nella storia della repubblica, di centro destra. I giochi dei palazzi non ci hanno mai appassionati. Squallidi personaggi come Stefano Delle Chiaie qua non hanno dignità di mettere piede. “Er Caccola”, ex militante di ORDINE NUOVO, fondatore dei GAR (Gruppi Armati Rivoluzionari) e di AVANGUARDIA NAZIONALE è implicato nelle vicende più oscure dello stragismo nero al soldo di servizi segreti pure stranieri, fra i più pericolosi in quegli anni di lotta e speranze di un movimento che sperimentava strade di libertà, d’uguaglianza ed equità tutt’ora valide.
Oggi cerca di riciclarsi come improbabile “storico” cercando di spacciare per “eroiche gesta” le peggio nefandezze consumatesi in quegli anni.
Non c’interessano i suoi deliri, nè le false memorie di un militante che è sempre stato al soldo dei poteri fascisti in tutto il mondo. A quante sparizioni di democratici, antifascisti, semplici cittadini ha assistito nei suoi “servizi speciali” fatti a dittatori come Franco e Pinochet ? Er caccola , non è nè un politico nè tantomeno uno scrittore. E’ un provocatore che cerca nuove sponde per quella destra fascista, violenta e xenofoba che spranga i gay, gli immigrati, i giovani nei concerti. Chiediamo a chi ha offerto la sala di ritirarla e a tutta la sinistra di schierarsi apertamente contro la venuta in città del Condor perchè, ripetiamo, non si tratta della semplice presentazione di un libro ma di una provocazione vera e propria fatta razionalmente e scientemente nella quale noi antifascisti non cadiamo.
Non è in gioco la libertà di parola come qualcuno vorrebbe far credere , qui si tratta di impedire un tentativo di leggittimare quella destra fascista che negli anni 70 ha compiuto le stragi , da piazza fontana all’Italicus,a piazza della Loggia e restarne impunito perchè protetto dai servizi segreti e pezzi interi dello stato. Si vuole stravolgere la storia recente così come si vorrebbe stravolgere la storia passata negando i campi di concentramento, le persecuzioni agli ebrei in Italia e nel mondo, la fine delle libertà democratiche.
La Cosenza e la Calabria Antifascista, si esprimerà fortemente, apertamente e in modo conseguente contro ogni tentativo, di mistificazione della realtà storica, nelle strade, nelle piazze, nelle curve, come sempre ha fatto.
INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE AL SIT IN ANTIFASCISTA IN PIAZZA MATTEOTTI VENERDI’ 28 SETTEMBRE ALLE ORE 16
COSENZA ANTIFASCISTA

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Internazionale Anarchica St Imier 2012

Internazionale Anarchica St Imier 2012


Dal 8 al 12 agosto, gli anarchici, cioè internazionalisti e antiautioritari come si definivano nel 1872, si sono reincontrati a St Imier dove sono nati. Oggi come allora in diverse parti della Terra, muoiono fratelli in guerre per l’autodeterminazione come in Siria o Chiapas, o in lotte per una vita dignitosa seppur salariata, come in Sudafrica, mentre i più fortunati nel cosidetto “mondo civilizzato” sopravvivono alla cosidetta “crisi”, che mette sempre gli uni contro gli altri.

Oggi molto è cambiato rispetto ad allora: i confini fra gli stati, le tecnologie, i modi di produrre, i territori sempre più devastati dal cosidetto sviluppo del capitale, stanno mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza della specie umana; e la stessa composizione etnica dei territori è sempre più stravolta.

In quest’angolo di Svizzera incantata fra monti e laghi, banche e mucche al cioccolato, prima culla del movimento Anarchico sembra tutto sia distante.

Mi chiedo quanto l’esperienza di St Imier sia stata capace di capire i sommovimenti umani sul pianeta; tanto per/nei presupposti dell’Anarchismo, che penso storicamente ha confermato in quest’ultimi 2 decenni tutta la sua validità, quanto nella comprensione della natura umana, che nelle ideologie e materialità da questa prodotta fin ora; ed anche capace di dare una visione di cambiamento e nuove risposte ad un umanità dolente e cieca nei deliri di dominio.

E’ stato un momento complesso, e più passano i giorni più mi sembra che sia stato importante e positivo, sia il congresso IFA, ricco di contenuti, sia il meeting. Nei pensieri e negli sguardi delle persone, nell’intensità di un confronto, viene fuori tutta la voglia di capirsi e conoscersi.

Le migliaia d’anarchiche/ci provenienti da ogni dove, sono arrivat* a St Imier con la fiducia nelle proprie idee e la voglia di continuare a sperimentarne l’efficacia nella vita di tutti i giorni; nuovi progetti e pratiche concrete, altro da verità meccaniche o metafisiche. Un momento storico quindi, composto da tutte le tendenze e sensibilità: dagli organizzatori o anti, dai sociali o individualisti, animalisti, vegani e anarcofemministe, qualche hyppie e tanti punkettoni, forse entrambi fuori tempo, ma sempre reali!! Presenze diverse quindi, moltissimi i giovani, cresciuti dopo la caduta del muro di Berlino; Europei, certo la maggioranza, ma pure americani, specie del sud, tutti scettici verso la politica e le prospettive di inserimento professionale, in cerca di strade verso la propria e altrui liberazione, che faccia a meno del capitale e i suoi stati. Da segnalare compagn* del Magreb e Cinesi fermati alle frontiera Svizzera; l’ennesima conferma del razzismo classista interstatale.

Tra gli organizzatori dell’incontro, Francofoni, il tentativo, neanche tanto celato, di fare di St Imier un momento di “protagonismo” delle proprie modalità rispetto alle altre esperienze.

Lo sforzo organizzativo, ad ogni modo, di sicuro notevole, con otto spazi coinvolti, fra Tavole Rotonde, Conferenze a carattere storico sui vari protagonisti della storia anarchica, da Bakunin a Malatesta, da Berneri a Eliseo Reclus, ecc…, alla letteratura anarchica; per non parlare degli Incontri (seguitissimi) su Grecia e Palestina, come quello tenuto dalla FAItaliana sulla vicenda NO TAV.

Un incontro internazionale con interlocutori di varie tendenze che si confrontavano in un pacato e a volte teso e/o acceso scambio, sempre nel rispetto delle differenze e storie; anche se non è mancata una bella torta alla panna in faccia!

Le lotte di classe, dall’anarcosindalismo a quelle sociali a quelle territoriali, sia da un punto di vista storico-teorico, ma anche sotto forma di racconto dei protagonisti delle esperienze. Gli incontri sulla pedagogia libertaria, e, grande rilevanza e spazio a tutto ciò che riguarda la liberazione sessuale, il sessismo e patriarcato, per finire ai corsi sull’autodifesa femminile. Un programma vasto, e non sempre per gli Italiani (con poca familiarità con le lingue) la fruizione è stata semplice; addirttura neanche il programma in Italiano è stato disponibile!

Buoni i momenti di svago “culturale”, fra film e documentari, a “cycle continu”. Di sera si sono alternati ogni giorno nella “Salle de Spectacle” concerti per tutti i gusti, dal rock al punk, dalle chanson al ecoanarcore, dal punk-oi al recital di Leo Ferrè (ovvio e immancabile), dall’elettronico al metal. Molto apprezzati Alessio Lega, e Drowning Dog e Dj Malatesta. I concerti, a parte la prima serata, sono stati a pagamento per coprire le spese dei gruppi (scelta da molti non condivisa), con possibilità di abbonamento, ed una certa elasticità, secondo il riscontro con i partecipanti e l’orario di ingresso.

Bel momento davvero è stato quello dei canti, usanza che appartiene davvero a tutto il movimento anarchico. Si sono susseguiti canti in tutte le lingue accompagnati rigorosamente da chitarra classica e fisarmonica.

Stupefacenti gli spazi ristoro autogestiti, con la cucina vegana olandese più buona, sana e originale, che, con i compagni che si davano il cambio a rotazione, funzionava a ciclo continuo nel preparare colazione, pranzo e cena, a costi accessibili per tutti: circa 3 euri, con porzioni generose.

Altro spazio gestito dai francesi “La marmitte” davanti al congresso IFA.

Ovunque servizio lavapiatti fai-da-te delle stoviglie fornite; niente plastica. Un esempio da seguire come pure la sensibilità vegana e animalista.

Buona e ricca la colazione al campeggio, con infusi vari, tè, caffè e latte di soia (naturalmente), e diverse marmellate ogni giorno, burro di arachidi, cioccolata. Per ricominciare con energia e vitalità una nuova giornata carica di eventi culturali e non – fin dalle prime ore del mattino – col saluto al Sole, per fortuna sempre sorridente in quei giorni!

Campeggio in cima alla vetta del monte Soleil, raggiungibile con una navetta funicolare funzionante per gli anarchici di St Imier a ciclo continuo, da cui si godeva di una vista su tutta la valle.

Notevole lo spazio della mostra dei libri, in un pattinodromo, dove vi erano le pubblicazioni e gadget di ogni situazione. In lingua italiana si è riscontrato più capacità di ricerca e testi ben oltre i classici dell’anarchismo.

Un’ esperienza da fare e rifare altre 10-100-1000 volte, con l’obiettivo comune da realizzare nel più breve tempo possibile affinchè possa diventare la forma di vita e società comunitaria e libertaria in cui si possa esprimere la nostra concezione di anarchia reale in tutte le sue forme possibili.

Un saluto e grazie all’esperienza umana di St Imier, con la speranza che nel 2022, ci si confronti su esperienze anarchiche realizzate in un pianeta Terra, con alle spalle le guerre e le miserie del capitale.

L’ultimo giorno la foto di rito sotto il famoso albergo del 1872.

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Riuscita la manifestazione MO BASTA di Cariati.

Manifestazione MO BASTA CariatiRiuscita la manifestazione MO BASTA di Cariati.

Un migliaio i partecipanti, nel caldo sabato 16 pomeriggio, da diverse zone della Calabria, i nuovi resistenti della RDT si sono incontrati con la gente di Cariati e della Sibaritide. Si sono dati appuntamento per indicare qual’è l’uscita dalla crisi, è la valorizzazione del territorio.

La Rete Difesa del Territorio Franco Nisticò è a Cariati, cittadina Jonica, dove si dovrebbe chiudere l’ospedale e aprire una discarica, ha detto la propria risposta alla crisi. In un territorio dove l’emergenza è condizione quotidiana, e le reazioni sono spesso individuali, la scelta è la solidarietà e rendersi autonomi nei confronti delle cattive politiche economiche e sociali, esplicitare le possibilità presenti in loco, le vocazioni naturistiche, agricole e storiche naturali. Mentre allestiamo il camion con una modesta ma dignitosa amplificazione, gli striscioni della Rete, le bandiere dell’acqua e contro il nucleare, pensiamo quanto brucia l’ennesima illusione e se può considerarsi una sconfitta, un signore con accento Piemontese, dice, questa SI, questa è buona, è la bandiera NO TAV, e allora giù risate e na stretta di mano e dopo il suo racconto:”Ero a battere i sui gard-raill in Valle, ci offre la prima birra della giornata. Poco considerazione per la bandiera Greca, ma qualcuno nel corteo ricorderà il voto sull’euro nel paese ellenico, è allora partirà un applauso alle considerazioni del caso. Amici e compagni della Rete giungono in auto o bus, la linea ferroviaria ormai è dismessa. Visi allegri, ci si ritrova finalmente. E’ la Calabria della Dignità, da Crotone a Reggio C da Francavilla al Tirreno, che sia Diamante o giù di lì lungo la costa non sempre depurata… Il corteo parte dall’ospedale, ormai guscio quasi vuoto, (come le politiche del Governatorissimo Don Peppone) un migliaio, con la gente del luogo, che subito viene interrotto. E’ un ambulanza, ci si chiede subito se mai arriverà a destinazione, su quella maledetta strada della morte che è la 106 Jonica, a tratti piena di buche e curve insidiose, a tratti a scorrimento veloce. Fra gli interventi nel corteo, quello CSOA Cartella di Reggio Calabria, già incendiato, e ancora sotto sequestro, (oltre il danno la beffa, della insidiosa burocrazia) che ha ricevuto la solidarietà concreta non solo con una bella manif, ma anche in migliaia di euro su un C/C, denuncia, le politiche di devastazione dei territorio, oppure quello per il proposto sgombero dell’Area Ex Officine della Calabria a Cosenza, da parte del neo eletto Sindaco Occhiuto, che con la scusa della bonifica dell’amianto non dà nessuna garanzia, per le attività future della dozzina di Associazioni dal basso presenti nell’area. Oppure si dice chiaramente che la crisi non intendiamo pagarla ne lasciarne in mano la gestione a chi l’ha provocata. Monti e Scopelliti sono inchiodati alle proprie responsabilità, insieme alla finanze ed imprese legali o meno. Sguardi curiosi, e simpatia, nei bar passano di mano le birre offerte, la tranquillità del paesello di periferia della periferia è interrotta dal sound della consolle del buon Sasax, canzoni di protesta, combat folk, hip-hop e cantautorale interrotto a sua volta dallo speacker di turno. Uno slogan fra più sentiti: senza la gente non si decide niente. Uno signora, che ne ha viste tante di sicuro nella sua lunga vita, lascia il proprio uscio e dice ad uno di loro, andandogli incontro, figlio, diciamolo a Scopelliti, che se ci ammaliamo o abbiamo un emergenza non possiamo andare alla discarica! E’ il senso comune, la percezione reale dei problemi portati dalla speculazione di quest’ultimi anni, milioni di euro in opere inutili, senza avere più niente, in cambio, il ricatto del lavoro è un involucro vuoto anch’esso a cui nessuno crede più, lo dimostra con quanto calore e generosità precari e disoccupati Calabri della Rete, han fraternizzato con la manovalanza locale, venuta a sentire i comizi e concerti al tramonto, sul lungo mare, per un sabato di riflessione e protesta.

E’ un raccontarsi per ricostruire la trama di vite spezzate da emigrazioni senza speranza, di quella solidarietà sociale unica garanzia, contro le prevaricazioni del voto clientelare, se non d’imprese spesso colluse, o emanazione delle solite famiglie ndranghiste, o delle solite famiglie che da anni da destra come da sinistra governano il territorio, martoriato da uno sviluppo incentrato su discariche, inceneritori ed ecomostri.

Si, perchè è ormai chiaro che con le mega opere, il lavoro non è solo precario, il salario comunque basso rispetto agli standard Europei, e che gli utili finiscono nelle solite tasche senza nessun reale risollevarsi della cosiddetta economia.

Dal palco, parlano le associazioni locali, logorroico nel tentativo di essere esaustivo, ma la Rete Difesa del Territorio è questo innanzitutto, un ombrello alle popolazioni in loco in lotta contro i disastri ambientali e le speculazioni e ai tanti problemi posti bisogna ben argomentare soluzioni. Si parla delle mancate promesse di sviluppo, delle vuote ricette del futuro, del bene comune e difesa riappropriazione del demanio, della proposta rifiuti zero di Paul Connet, ecc, na buona risposta al solito politicante che a mezzo stampa, infagava su un antipolitica, qualunquismo e demagogia….

Fra un ballo di tarantella, un bicchiere di vino o birra e l’immancabile salsiccia con patate o broccoli, dei locali sul lungomare, ma ancor più buoni quelli dell’Associazione Le Lampare, fra gli organizzatori, ragazzi dal fiero sguardo calabro, ascoltando un comizio di qualcuno della Rete, le parole delle canzoni stile swing della Statale 107 o di Cataldo Perri, ci si chiede che fine ha fatto la ricchezza prodotta in questi anni, o come sarà la prossima stagione estiva, quanti giorni hai lavorato in questi mese, o come và all’università, in attesa di un futuro che ormai si è certi non sarà come il passato, ne remoto ne prossimo, nel frattempo anche un bagno notturno in libertà ci stà.

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SOLIDALI AL CARTELLA

Reggio Calabria è la città dell’arena sul lungomare intitolata a Ciccio Franco, è la città dove nel 2012 puoi essere picchiato in strada in pieno centro perché sei omosessulale, è la città il cui consiglio comunale ospita i convegni di Casa Pound, è la città gestita dai comparaggi ndranghetistici con capillare infiltrazione nel territorio, è la città del “futti futti ca Dio perdona a tutti”.
Adesso è anche la città dove si tenta di bruciare un’esperienza di lotta e resistenza.
La lotta, per gli occupanti del Cartella, per la gente operaia di Gallico, per i compagni di Reggio e della Calabria, è il vero bene comune. In 10 anni di dignità e antagonismo a quelle logiche di speculazione, che vedono i territori come mera fonte di guadagno e non come realtà necessaria per l’elaborazione e la costruzione di dinamiche sociali e culturali, che vedano nel lavoro non una merce di scambio, ma una possibilità di emancipazione reale, un’affrancamento dalla dipendenza secolare da chi detiene il potere di elargire occupazione, a basso salario e senza garanzie.
Donne, uomini, ragazzi e ragazze di cui conosciamo la tenacia, la lucidità e consapevolezza nel loro operare. Nelle battaglie ambientali in difesa del territorio, per i diritti dei migranti, per l’acqua, per la musica libera dal dazio della SIAE e la libera informazione, non si sono mai sottratti alle responsabilità di chi vuole cambiare e sente l’esigenza di migliorare il posto in cui vive. Un centro sociale occupato ed autogestito, nel quale si fondono anime diverse in un’esperienza che per dieci anni ha resistito, facendo dell’autorganizzazione e dell’anticapitalismo, la chiave per decifrare una realtà complessa come quella di Reggio Calabria, un’autorganizzazione reale senza concessioni, senza quel grigiore di chi si autorganizza con i fondi elargiti dagli enti locali, per poi definirsi con una sorta di slancio nazional-identitario, “non conforme” .
Ancora avanti allora! Il mutamento è rapido, quanto il tempo viene scandito dai morsi della crisi, lo comprendono bene quelle associazioni orfane di significato politico che sono i partiti, autoreferenziali, sbandierano finte opportunità, schiavi di una delega sempre più esitante e incerta, fuggono dalle loro responsabilità storiche rifuggiandosi all’ombra delle banche e dei loro emissari.
Sono queste le logiche che agiscono nei territori, sono queste le uniche attività che consentono il perdurare di un liberismo tentacolare, che si esplica in cementificazione e speculazione su tutto ciò che è economicamente sfruttabile.
Sono queste le logiche ha guidare mani furtive e vigliacche di gregari, con ideali prestampati chiusi in menti asfittiche, ad incendiare e depredare il CSOA Angelina Cartella.
Lo sanno bene i finti amici, e i veri nemici della nostra gente, dai politicanti collusi con le ladronerie di stato e privati, ndranghetista e fascista,  i servi da sempre schierati con i più forti, con quella autorità che da sempre soffoca le nostre vite. La vostra autorità nel colpire di notte, al buio non ci fà che amare di più la libertà! Che, insieme alla solidarietà, questo si, dà il vero rispetto, ed è aria che si respira all’Angelina Cartella. Ma voi non lo capite. Se non siete bestie da galera, che noi odiamo e vogliamo abbattere, provate a cambiare, se lo capite perderete le catene con cui vi tengono al guinzaglio.
Nelle tenebre che noi anarchici conosciamo bene, quelle dell’animo umano, accendiamo la fiaccola dei guerrieri di luce, con gli occupanti del centro, perchè il mondo che abbiamo creato e in cui viviamo è frutto del nostro pensiero. Non potremo mai cambiarlo se non cambiamo il nostro modo di pensare, e agire nel costruire il CSOA Angelina Cartella più bello e accogliente de pria!!
Non sarà questo gesto a chiudere dieci anni di lavoro intenso e resistenza continua, non saranno mani balorde a porre fine al percorso di liberazione ed emancipazione dei territori.

La lotta non si può fermare, ricostruiamo il CSOA Cartella.
Anarchici e Libertar* Calabres*

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